domenica 27 marzo 2011

Questionario sulla prova INVALSI di italiano

Il dibattito sulle prove Invalsi si sta sviluppando in modo interessante ed è ricco di spunti e di suggerimenti. Intanto informo che nella sezione "Esperienze e strumenti" del sito Giscel è stata inserita un'analisi di alcune delle prove di terza media del 2010, fatta da Adriano Colombo. Invito chiunque abbia delle considerazioni puntuali sulle prove ad inviarle all'indirizzo del sito stesso. Provvederemo poi a inserirle. Inoltre cliccando questo link si trova un questionario sulle Prove Invalsi, proposto dal Giscel Lombardia, rivolto ai docenti di italiano della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, per conoscere le linee di tendenza delle scuole. È una piccola indagine a cui qualsiasi scuola può partecipare, inviando il questionario compilato, entro il 2o maggio, all'indirizzo mlzambelli@hotmail.com

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Buongiorno! Vorrei leggere l'analisi di Colombo, ma se provo ad andare sul sito del Giscel, compare messaggio: "Il sito che cervavi potrebbe essere momentaneamente non disponibile o non più esistente". Per caso sapete dirmi perché? Grazie!

Maria Maggio ha detto...

Grazie per la comunicazione. Si tratta sicuramente di un problema tecnico che risolveremo nei prossimi giorni.

Adriano ha detto...

Si torna alle minacce.
Apprendo da Tuttoscuola che nella lettera inviata dal nostro governo alle autorità di Bruxelles (il programma delle gloriose riforme in 18 mesi) si dice tra l'altro:
«Il paragrafo dedicato all’istruzione, intitolato Promozione e valorizzazione del capitale umano, annuncia che “l’accountability delle singole scuole verrà accresciuta (sulla base delle prove INVALSI), definendo per l’anno scolastico 2012-13 un programma di ristrutturazione per quelle con risultati insoddisfacenti”.»
Nel documento che abbiamo varato a Bard il 27 settembre si diceva:
«Dove si verifichino situazioni di difficoltà, è compito dei olitici, delle amministrazioni, di tutta la scuola, analizzarne le cause e tentare i rimedi; premi e punizioni non sono rimedi.»
L'idea più grossolana dell'uso delle valutazioni non è propria dell'INVALSI ma del governo; il passo che ho citato, appena noto diventerà un chiaro invito alle scuole a barare sulle prove. Credo che dovremmo subito criticare questo sfondone (che naturalmente è un annuncio a cui non seguirà niente, come è nella politica di questo governo; ma annunci del genre possono fare molto male).

Miriam Voghera ha detto...

E' già accaduto quest'anno che i ragazzi disabili siano stati invitati a non partecipare alle prove per evitare che le loro prestazioni abbassassero il livello generale. Peraltro non era assolutamente chiaro come ci si dovesse comportare in questi casi. Insomma, l'idea che la scuola debba fare 'bella figura' a tutti i costi è già passata senza bisogno del documento di Bruxelles. Una riflessione seria sulla valutazione è urgente a tutti i livelli e deve partire da chi, come il Giscel, ha gli strumenti culturali e professionali per farla. Altrimenti si rischia di avvalorare l'idea che qualsiasi test non è altro che una vetrina in cui la scuola deve comparire ben agghindata: se per questo deve mascherarsi, magari eliminando metà dei suoi allievi, pazienza!

Adriano ha detto...

POSTATO PER CONTO DI CRISTINA SU SUA RICHIESTA
L’ho visto anch’io, ed è una cosa che grida vendetta. Bisognerebbe smettere di parlare troppo di premialità e preoccuparsi di come mettere tutti almeno nelle stesse condizioni di partenza, per poter ‘gareggiare’ alla pari, nella scuola come altrove. Ammesso e non concesso che si debba essere d’accordo nel concepire l’istruzione come una ‘gara’. Che poi le prove INVALSI debbano essere piegate anche a questo uso distorto sulla base dell’uso distorto che ne è già stato fatto (da strumenti per la valutazione di sistema sono diventate quest’anno strumenti di valutazione degli alunni all’esame di licenza media), è veramente il massimo. Ma bisognerebbe riuscire a spiegarlo con santa pazienza anche all’esterno, perlomeno sui quotidiani. E, ripeto, smettere di accettare passivamente tutti questi discorsi sulle premialità, alla faccia di Renzi e di tanti altri, anche di centrosinistra.
Cari saluti a tutti
Cristina

pinella ha detto...

concordo con Adriano e con il documento sul fatto che "premi e punizioni non sono rimedi" ai risultati insoddisfacenti degli alunni e delle scuole. E mi unisco a Cristina nel ribadire l'importanza di far conoscere anche all'esterno della scuola l'uso distorto che viene fatto delle prove invalsi. Quanto al resto, se è vero che "L'idea più grossolana dell'uso delle valutazioni non è propria dell'INVALSI ma del governo", è anche che l'Invalsi, o almeno una sua parte più sensibile dovrebbe prendere le distanze pubblicamente dall'uso strumentale (e distorto, appunto) che il governo fa del suo lavoro.Anche per non essere utilizzato come strumento del governo, magari per la sua propaganda a Bruxelles. Ne avevamo parlato, non so se in proposito ci siano stati dei passi in avanti. Cari saluti, grazie ad Adriano per la provocazione e a tutti voi per il contributo Pinella

Ludovica ha detto...

La valutazione di sistema dovrebbe servire ai decisori politici per intervenire in aiuto delle situazioni di maggiore difficoltà. Per valutare i docenti le rilevazioni INVALSI non sono lo strumento più adatto, per lo meno non da sole.